SESSIONE ENDODONZIA
SESSIONE ENDODONZIA
Il 25 gennaio 2006 il Prof. Herbert Schilder ci ha lasciati e mi fu chiesto di darne il triste annuncio quando ero relatore ad un congresso in Svizzera. Dopo pochi giorni apparve un editoriale sul Journal of Endodontics in sua memoria, dove tra l’altro si leggeva che Schilder aveva insegnato in tutto il mondo e non era mai stato ad insegnare in un unico continente: l’Antartide!
Ed è vero. Questo piccolo uomo, magro e mingherlino ma con una personalità eccezionalmente forte, ha cambiato in tutto il mondo abitato la modalità di praticare la specializzazione di Endodonzia. Ha introdotto per primo il termine “predicibilità”, dimostrando che i risultati a distanza sono sempre predicibili e ripetibili, se ci si attiene alla “disciplina” che lui ha insegnato. E così grazie a lui abbiamo imparato a fare delle corrette diagnosi, delle corrette preparazioni canalari e ad eseguire l’otturazione tridimensionale del sistema canalare con una tecnica ancora oggi rimasta insuperata. Ovviamente le cose sono cambiate notevolmente da quando, oltre 40 anni fa, sono tornato dal mio soggiorno presso la Boston University ed ho cominciato ad applicare e a trasmettere i suoi insegnamenti. Basta pensare ai localizzatori apicali, agli strumenti in nichel titanio, ai mezzi ingrandenti, ai materiali biocompatibili per finire con la radiografia digitale e la Cone Beam Computed Tomography. La domanda che sorge oggi potrebbe essere: sono ancora validi i suoi insegnamenti di 40 anni fa alla luce di tutto quello che abbiamo e conosciamo oggi? Sono ancora validi i 5 principi meccanici della sagomatura? E i 5 obiettivi biologici della sagomatura? È ancora importante riuscire ad otturare i canali laterali? Possiamo aspettarci la guarigione delle grosse lesioni di sicura natura cistica dopo la sola terapia ortograda? Nel corso della conferenza verranno esaminati questi ed altri argomenti e discuteremo insieme se il Prof. Schilder era o no un lungimirante, un pioniere, un personaggio fedele alle caratteristiche che contraddistinguono tutti quelli nati nel segno della Vergine. E anche Schilder era della Vergine!
Il dente necrotico con “apice aperto” è una condizione che rappresenta una sfida terapeutica in endodonzia. È una situazione clinica che può essere la conseguenza di: 1) trauma che ha causato l’interruzione dello sviluppo del complesso pulpo-dentinale nei denti immaturi; 2) trauma che lascia i denti in uno stadio immaturo, ma si scopre in età adulta; 3) anatomie complesse come “dens in dente” 4) difetti di riassorbimento che creano apici irregolarmente aperti.
Le attuali opzioni e tecniche di trattamento includono l’apexificazione tradizionale, l’apexificazione con MTA e le ultime tendenze rappresentate dalle cosiddette procedure rigenerative/riparative. Le diverse opzioni saranno discusse alla luce dell’esperienza clinica e della letteratura.
Obiettivi formativi
I materiali compositi sono miscele di resine organiche e particelle di riempitivo inorganico, interconnesse da un agente adesivo interfacciale. I materiali compositi possono anche essere definiti come una combinazione di due o più materiali chimicamente diversi con un confine netto tra i componenti, che è caratterizzato da proprietà migliori di quelle dei suoi singoli componenti.
Il componente chiave è una miscela di diversi monomeri che si convertono in una matrice polimerica reticolata durante il processo di polimerizzazione. Oltre ai monomeri, sono necessari altri componenti per ottenere le proprietà desiderate del materiale composito, vale a dire riempitivi, un agente di legame interfacciale e iniziatori di polimerizzazione. Tutti i componenti dei compositi sono stati modificati, sviluppati e migliorati per ottenere i compositi che abbiamo oggi. Poiché i materiali compositi hanno trovato applicazioni in tutti i rami dell’odontoiatria contemporanea, il lavoro quotidiano nello studio dentistico moderno è impensabile senza questo gruppo di materiali. I materiali compositi sono utilizzati per molte indicazioni, che vanno dalle ricostruzioni di difetti cariati, traumi, anomalie morfologiche ed estetiche, decolorazioni nella dentatura permanente e decidua, come rivestimenti di cavità, sigillanti di cavità e fessure, inlay, onlay, overlay, corone, cementi per indiretti restauri e perni intracanali, per la realizzazione di monconi, splint, incollaggio di apparecchi ortodontici, ecc.
Questo è il motivo per cui dobbiamo disporre di un materiale contemporaneo ottimale per soddisfare tutte le aspettative del dentista e del paziente.
L’ideale sarebbe avere un materiale con buone proprietà estetiche, fisiche, meccaniche e biologiche con proprietà di manipolazione ottimali e potenziale bioattivo.
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